In lingua italiana la traduzione letterale è fantaprogettazione, da leggersi nello stesso registro di fantascienza.
Una commistione tra comunicazione visiva (graphic design) ed arte concettuale.
Il design fiction (o critical design, o design speculativo, o design sperimentale) si basa su una semplice domanda: “E se...?”
Questo interrogativo porta a un efficace cambio di prospettiva, grazie al quale è possibile indagare scenari alternativi alla realtà in cui viviamo e, di conseguenza, i limiti del contesto in cui lavoriamo.
Per noi è importante dedicare parte del nostro tempo alla sperimentazione, esplorando spazi di espressione paralleli all’ambito commerciale.
Queste ricerche, che spesso nascono nell’ambito di workshop o residenze d’artista, attraversano diverse discipline e prendono infine le forme più disparate: progetti editoriali, installazioni audiovisive, mostre fotografiche, interventi di arte pubblica o performance partecipative.
Operare all'interno di scenari insoliti e stimolanti ci permette di acquisire nuove competenze e, di conseguenza, ci rende progettiste più consapevoli.